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La prima e unica (finora) volta di mia moglie - 5/7 - La monta selvaggia di Jacopo


di jakibono
16.05.2020    |    17.361    |    6 9.7
"Erano i rischi di quel tipo di incontro e dimostrava tutta la fragilità della prima volta..."
Quando ricomparve era ormai quasi mezzanotte. Ma avevamo ancora tempo, potevamo fare tardi. La vedevo più tranquilla ora. Probabilmente si era adattata alla situazione.
Jacopo aveva rimesso i boxer. Anche io ero tutto sommato tranquillo, avevo superato lo shock iniziale e mi stavo abituando all’idea del gioco. E poi mi era venuto un certo desiderio su Veronica.
Lei con la camicia di Jacopo molto larga, era veramente sexy. La copriva fin quasi le ginocchia e sotto aveva ancora il perizoma e il reggicalze, si era arrotolata le maniche e l’aveva sbottonata in alto per far intravedere le tette. Jacopo era seduto in poltrona. Io di fronte sul divano.
Venne e si sedette vicino a me, accoccolandosi e baciandomi con la lingua. “Ti amo!”.
Fu lei a declinare l’invito di Jacopo a restare la notte da lui. Sua moglie era fuori con la figlia, dalla nonna. Ma Veronica disse: “No, torniamo a casa nostra, domani in famiglia. Poi partiamo per le vacanze”. I capelli lunghi lisci e neri aveva assunto uno sguardo mai visto, da troia. Aveva accavallato le gambe.
Ovviamente non avevamo dato a Jacopo nessun riferimento veritiero né di luoghi, né di nomi. Veronica mi aveva detto fin da subito che voleva rimanere nel completo anonimato. Non avrebbe dato mai il suo numero. Jacopo aveva il mio.
Mentre stavamo sorseggiando il prosecco, Jacopo tutto a un tratto fuori contesto, si tira fuori di nuovo il cazzo dai boxer e comincia a segarsi di fronte a noi come se nulla fosse. Era di nuovo enorme. Veronica mi guardò sbalordita per la sfacciataggine del gesto
Poi guardando dritto lei, mi dice: “Alessio, apri le gambe di tua moglie" "Tira su la camicia" "Scosta il perizoma" "Aprile la figa con le dita" "Le voglio vedere di nuovo la figa apertaa, mmmm”.
Feci come mi aveva detto, mentre continuava a segarsi spudoratamente davanti a noi. Mi forzai nella parte, anche se era venuto un cazzo enorme pure a me e avrei voluto scoparmela, ma capivo la situazione. Veronica era di nuovo bagnata.
“Tienila larga, così, bravo, larga, fammela vedere”.
Veronica era ipnotizzata dal cazzo di Jacopo che si continuava a segare.
“Veronica, toccati la figa, mentre, in tondo sul clitoride. Toccatelaaaa! Mmmmmm”.
Veronica cominciò a toccarsi mentre io la tenevo larga.
Mugolava: "Siiii, continua cosi amore, tienimela larga per Jacopo, così, siiii”.
Jacopo: “Più larga Veronica, tienila più largaaaa! Mmmmm”.
Veronica, mi accompagnò il gesto, per allargargliela di più. “Siiii, amore! Siiiiiiiii! Cosìiiiiii! Bravo! Mmmm! Sono bagnatissimaaaaaa. Voglio prenderlo tutto il cazzone di Jacopo. Tutto in figa! Siiiiiiiii! Lo posso prendere tutto in figa amore mio? Dimmi che me lo fai prendereee? Mmmmmm”.
Poi Jacopo disse: “Ora troia vieni qui da me e prenditi il cazzo di nuovo in bocca, porta il cuscino”.
Veronica si mosse e si inginocchiò sui talloni, con davanti agli occhi la verga di Jacopo. Lo prese una prima volta in mano e si girò verso di me per una nuova approvazione. Le dissi di continuare. Lui si alzò in piedi, le sbottonò la camicia aprendogliela senza toglierla, per vedere le tette.
Veronica, lo riprese di nuovo in mano e ricominciò a pomparlo. “Così, bravaaa, vedo che hai preso confidenza. Vero Alessio? Non ti sembra che tua moglie ora me lo sbocchini ancora meglio? mmmmm”
Anche io mi stavo segando. In effetti Veronica ora sembrava più esperta. Poi la sentii farfugliare in godimento:
“Mmmmmmm! Sono tutta bagnata! Mmmmmm! Hai un cazzone Jacopo. Mi piace un sacco sbocchinartelo. Vero amore che ha un cazzone?” . Me lo mostrava mentre lo teneva in mano e se lo sbatteva ripetutamente sulla guancia. Si teneva l'altra mano in figa! Si stava sditalinando da sola al pensiero! Mmmmmmmmm!
“Vedi quanto è grosso amore?”. Segava l’asta di Jacopo velocemente con la mano destra, e accompagnava con la pompa, con la lingua sulla cappella per poi riprenderlo in bocca più in profondità possibile. Era uno spettacolo!
A un certo punto Jacopo la prende, la sbatte a pecora su divano e comincia a leccarle la figa da dietro.
Lei era in una posizione praticamente stesa tutta addosso su di me che ero seduto. Veronica mi guardava con occhi stralunati. “Siiiiiiii! Ora mi faccio scopare amore mio. Reggimi forte, amoreeeee! Siiiiiii! Dammelo il cazzo Jacopo, Dammelooooo”
Compare un preservativo. Jacopo se lo mette come può. Le alza di più la camicia sul culo, le sposta il perizoma sul lato e comincia a strofinarglielo per entrare. Veronica si girò dietro verso di lui per guardarlo supplicante: “Piano! E’ troppo grosso, fai piano! mmmmmm”. “Tranquilla, troia, vedrai che lo riesci a prendere tutto”. “Siiiii, dammelo, tutto”.
Già entrato a metà, Veronica aveva sbarrato gli occhi guardandomi e stringendomi forte il braccio. “Guardami, cornutooooooo, dammi la lingua! Siiiiii! mmmmmm” e me la ficcò in bocca. Era partita di nuovo.
Più tardi mi avrebbe detto che non sapeva quello che diceva. Non la riconoscevo più. Era come una puttana qualsiasi che in passato mi ero scopato.
Jacopo, si appese al suo reggicalze e cominciò a montarla. Prima piano. Poi sempre più forte, fino a diventare selvaggio. Di tanto in tanto le sbatteva un dito nel culo. “Ti piace troia? Dillo a tuo marito che ti piace? ”. Veronica urlava come non la avevo mai sentita. “Siiiiii, mi piace! Continua, scopami, scopamiiiiii! Bastardooo”. Era talmente fuori che ebbe un orgasmo incontrollato, bagnando il cazzo di Jacopo e lasciando una chiazza mai vista da lei sulla coperta del divano.
Ma continuava a godere. “Fottimi, tutto dentro, fottimiiii”. Le prese i capelli a coda di cavallo, tirandoglieli: “Si puttana, vai avanti così sul cazzo, sbatti il culo, sbattiiii” “Siiii, sbattiiii, sbattimelo tutto! Sono la tua puttana! siiiii”. Io vedevo il cazzo di Jacopo che la sfondava.
Presi Veronica e la portai sul mio cazzo. Le dissi: “Succhia, succhia tutto! Brava”. Jacopo: “Si troia, succhiaglielo bene anche al cornuto, mentre ti scopo! ”. “Siiiiii, che troia che è mia moglie con due cazzi”. Dissi io forzandola alla pompa quasi con rabbia per quello che stava facendo. Andiamo avanti cosi per un po’. Veronica era in continua trance orgasmica.
Poi lui la gira e se la mette sopra. Si attacca al perizoma che aveva scostato e la sfonda alzandola con le due mani sul suo culo. Ora era Veronica che cavalcava quell’asta e si muoveva seguendo il suo piacere.
Urlava ogni volta che saliva e scendeva: “Siiiiii, scopami dentro! Tutto”. Non aveva più riserve. “Dai troia, cavalca, così, cavalca”. Lei si appoggiò al divano per cavalcare.
Io salgo sul divano in piedi e la porto sul mio cazzo enorme. Le ritmo la pompata premendole la nuca dietro. Mi fa il miglior pompino della sua vita mentre continua ad andare su e giù sul cazzo di Jacopo. Poi molla la presa del mio cazzo. Comincia a segarmi veloce, finchè non le schizzo. “Vengoooo troiiiiaaaaa”. Feci una quantità incredibile di sborra (alla fine era “solo” la seconda), incredibile, che le finì tutta sulle tette e sul petto, cominciando a colare sul corpo. Inondai anche Jacopo sotto.
Lei intanto era troppo presa dalla cavalcata per rendersene conto. Molla il mio cazzo mentre continua a cavalcare la verga.
Poi Jacopo, la gira di nuovo, la corica sul divano, lui in piedi sul tappeto le si piega sopra e comincia a scoparla da sopra in figa.
“Veronica, prenditi il cazzo in mano, mentre ti scopo, fallo entrare e uscire, così, brava! Brava puttana, segami cosi il cazzo mentre ti scopo. Toccati la figa mentre”.
In effetti Veronica aveva le gambe in aria. Jacopo con la mano sinistra era appeso ai sandali tacco 12 che Veronica aveva sempre tenuto, con la destra le teneva scostato il perizoma che lui non aveva mai voluto farle togliere.
La scopava selvaggiamente. Lei intanto stava facendo una vera e propria sega a Jacopo con la sua mano destra, mentre la scopava. “Dai, sega, sega, dentro, fuori, sega puttanaaa, brava”. “Si fottimi, fottimiiiiiiiii, fallo vedere al cornutoooooo, sto venendo di nuovoooooo, sbattimiiiiiii, vengoooooo”. Dopo un pò anche la sega continua di Veronica stava facendo i suoi effetti su Jacopo, che stava per arrivare pure lui. “Eccomiiiiiiiiiiiii troiaaaaaa”.
Le toglie il cazzo dalla figa, strappa il preservativo. Poi fa una cosa di cui sul momento non mi resi conto perché trafficavo in chat, me la raccontò lei.
Con la destra la prende per i capelli in mano da dietro tirandoglieli mentre stava ancora coricata sul divano. Lei fu presa completamente alla sprovvista e si fece tirare su da lui. La solleva in piedi così e poi se la inginocchia sul tappeto ai suoi piedi, mettendole il cazzo in bocca e muovendola per la pompa continuando a tirarle i capelli da dietro. “Sega, puttana, segaaaaa”.
Veronica con la destra fece l’ultima sega finale, veloce. “Dammelaaaaa, dammelaaaa tutta la sborra! Porcooo! siiiiii!”. “Veloce! Veloce! Brava! Bravaaaa! Vengoooo”.
E le scaricò tutta la sborra in faccia mentre Veronica continuava a segarlo fino alla fine. “Apri la bocca! Vengoooo! la lingua! Siiii! la lingua! Così! Succhia! Bravaaaa! Te lo sbatto sulla lingua! Brava! Pulisci! Con la lingua. Guarda tua moglie, che troia che è”, mentre continuava a tenerle i capelli in mano preso dall’orgasmo, sbattendole il cazzo sul viso. Veronica più tardi mi disse che sembrava un selvaggio.
Eravamo sfiniti. Veronica era ancora inginocchiata sui talloni, con Jacopo che era preso dal fiatone e sorrideva soddisfatto in piedi vicino a lei, col cazzo davanti alla sua faccia, continuava a sbatterglielo leggermente.
Aveva mollato la presa dei capelli e le aveva chiesto scusa perchè si era lasciato prendere “forse?” troppo, dandole un bacio in fronte. Veronica era nuovamente piena di sborra dappertutto. Anche Jacopo gliene aveva scaricato una quantità incredibile in faccia, in bocca, tra i capelli.
Mi guardò cominciando a pulirsi spalmandosela, era ancora presa dall’orgasmo raggiunto e ansimava di piacere . “Amore, guarda quanta sborra che mi ha dato”. Era veramente eccitante vederla così, oltre ogni mia immaginazione.
Questa volta però si adagiò stesa sul tappeto, era sfiancata. La aiutai a rialzarsi e si trascinò verso il bagno per ripulirsi. Poi mi chiese di riportarle il suo vestitino.
Quando dopo oltre mezz’ora uscì dal bagno erano ormai quasi le due di notte. In bagno si era lavata e rinfrescata. Si era un po’ ripresa e si era rivestita. Io e Jacopo invece eravamo ancora svestiti sul divano a parlottare di argomenti inutili.
Si sedette in poltrona. Si vedeva che alla fine della scopata c’era un po’ di imbarazzo. D'altronde eravamo li solo per quello. Jacopo le si avvicinò e si scambiarono un abbraccio. “Sei stata bellissima stasera, grazie”. Per contro lei rispose. “No, grazie a te, anche a me è piaciuto tanto”. Mi guardò, sapevo che stava dicendo una mezza verità. Jacopo era ancora eccitatissimo e provò a ricominciare, ma lei lo fermò immediatamente. “No, dobbiamo andare ora, è già tardi. Ci saranno eventualmente altre occasioni, più avanti”. Jacopo rimase deluso e disse. “Ci conto”. Io intanto avendo capito, mi stavo già rivestendo.
Siamo rimasti un altro quarto d’ora a parlare della serata, ma in maniera soft. Jacopo aveva intelligentemente capito che ora Veronica aveva bisogno di rientrare. Ci siamo quindi salutati velocemente, ripromettendoci di risentirci al telefono.
Per strada verso la macchina, si fermò per baciarmi, lungamente. Non parlava molto, mi si stringeva forte al braccio:
“Amore, voglio rientrare subito a casa, per farmi immediatamente una doccia. Sono tutta sporca e alla fine il tipo non mi è piaciuto. Sembrava un animale”.
Era nervosa. Si fermava in continuazione per baciarmi lungamente in bocca. Era contrastata. “Ti amo, amore mio. Ti amo. Grazie per avermi concesso questa serata pazzesca. Ho goduto, non mi riconoscevo, è stata la più bella scopata della vita ma solo perché c’eri anche tu. Mi sono lasciata andare, forse fin troppo, non credi?”.
Incautamente, dissi: “In effetti Veronica non pensavo che potessi essere così sciolta. Sembravi una navigata e non una signora alla prima volta che si era fatta tanti problemi prima. Devo dire che è stato merito anche di Jacopo. Ci sa fare, il cazzo che ha glielo permette e io gli ho lasciato campo aperto come mi avevi chiesto tu, volevo che te lo godessi. Noi avremo tutto il tempo.” A queste mie parole però lei scoppiò inaspettatamente in lacrime e mi abbracciò fortissimo. “Mi perdonerai mai? E’ stata troppo estrema”.
Forse avevo detto una cazzata, anche se era la verità. Cercai di calmarla, tranquillizzandola. Le dissi che era tutto a posto, ma solo allora capii che ora viveva il down del post incontro e che dentro evidentemente era molto combattuta. Mi preoccupai. In macchina prima di partire mi abbracciava fortissimo e non si voleva staccare.
Aveva i sensi di colpa per essersi lasciata andare così, aveva bisogno di sfogarsi subito con me. “Quello stronzo mi ha letteralmente soggiogata e la fine non mi è piaciuta proprio. Quando l’orgasmo che ho avuto alla fine mi è passato ed ero in bagno, ho cominciato a fare mente locale su quello che era successo e su cosa avevo fatto mentre mi scopava. Non me ne rendevo conto durante. Quando è venuto la seconda volta mi sono però sentita usata, umiliata. Sembrava un selvaggio. Io non sono così”.
Erano i rischi di quel tipo di incontro e dimostrava tutta la fragilità della prima volta. “Mi prometti che questo non cambierà nulla tra noi? Promettimelo, io amo solo te e una cosa così non la voglio fare mai più”. Aveva bisogno subito di sicurezze da me, prima ancora di ripartire.
Allora mi toccò di fare anche la parte dello psicologo innamorato, dopo aver fatto quella del cornuto, visto che lei aveva fatto la troia per tutta la serata. Le dissi che magari era stato un azzardo un primo appuntamento così. Che forse avevamo sbagliato persona. Di stare tranquilla che se c’era una responsabilità era di entrambi, anzi di più mia. Che non esisteva che questa storia ci avrebbe mai cambiati. Anzi ci saremmo amati ancora di più, avrebbe aumentato la nostra complicità. Si calmò un po’ per le mie parole e continuava ad abbracciarmi, baciandomi in continuazione.
Non disse più una parola. Si era anche assopita. Appena arrivati si fiondò nel nostro bagno e rimase chiusa per oltre un’ora. Entrò nel letto che erano le quattro. Si accoccolò, mi abbracciò. Prese sonno con fatica, ma senza più parlare.
Io invece ero più tranquillo. Sapevo che era stato solo sesso e che lasciando passare tempo anche lei lo avrebbe capito...(continua)
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